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ENERGIA
A Ferrara lenti concave per il nuovo fotovoltaico
L'Italia è in ritardo sulle energie alternative. Ma ha comunque ideato tecnologie all'avanguardia che, nate all'interno delle università e dei centri di ricerca pubblici, hanno conosciuto uno sviluppo sul mercato. L'Università di Ferrara ha ottenuto notevoli risultati nel campo dei dispositivi solari fotovoltaici a concentrazione, fra cui un sistema costituito da una grande superficie di specchi concavi (o lenti) orientati in modo da concentrare la luce solare su una ridotta superficie di celle fotovoltaiche ad elevata efficienza, tagliando di venti volte la quantità di silicio utilizzato, a parità di potenza installata. La tecnologia mostra notevoli potenzialità, tanto da aver attratto STMicroeletronics, Eni, Enel, altre piccole e medie imprese italiane, tra cui Angelantoni e Arcotronics. Un'altra linea di ricerca è quella condotta nei laboratori del Polo solare organico del Lazio che ospitano una linea pilota per la produzione di celle solari organiche. Il Polo, promosso dalla Regione Lazio e dall'Università di Roma Tor Vergata, è uno dei tre centri d'eccellenza a livello mondiale, insieme a quelli del Giappone e della Germania, per la ricerca e l'industrializzazione di nuove celle solari fotovoltaiche che si ispirano alla sintesi clorofilliana. Per l'industrializzazione effettiva, che avverrà dopo il 2010, si è già creato un consorzio all'interno del quale confluiscono l'università Tor Vergata di Roma, quelle di Ferrara e Torino e alcune aziende che si sono aggiudicate l'esclusiva della produzione, tra cui Erg Renew e Permasteelisa. Il Gruppo Giacomini Spa ha brevettato una caldaia a idrogeno, realizzata con diversi istituti di ricerca, tra i quali il Psi di Zurigo e il Politecnico di Milano. La Faam di Monterubbiano, leader europeo per la produzione di batterie e veicoli elettrici, con un fatturato di 40 milioni di euro, costruisce macchine elettriche che da oltre un decennio puliscono le ramblas di Barcellona e che sono state utilizzate dagli atleti alle Olimpiadi di Pechino. L'azienda marchigiana sta per lanciare l'Energy saving Faam batteries, un sistema di batterie per veicoli elettrici che genera il 27% di risparmio energetico. Anche Electro Power System, azienda italiana incubata presso I3P del Politecnico di Torino, progetta e realizza sistemi di alimentazione basati sulla tecnologia delle celle a combustibile e ha ideato il primo sistema all'idrogeno italiano che ha reso autosufficiente un'impresa, ed è anche la sola società italiana ad entrare nella classifica delle 100 aziende europee dell'hi-tech pulito (cleantech), stilata dall'istituto britannico Library House. Nel campo delle tecnologie basate sull'idrogeno opera anche La Fabbrica del Sole, cooperativa aretina che ha realizzato l'idrogenodotto sotterraneo di San Zeno, prima infrastruttura di questo tipo realizzata al mondo, una novità assoluta nel panorama internazionale: lì si produce idrogeno da fonti rinnovabili e si alimentano le aziende orafe locali che lo utilizzano da decenni in gran quantità. Un progetto che aumenta competitività e sicurezza, conciliando sviluppo locale e sostenibilità, tradizione e territorio.
BIOTECNOLOGIE
A Milano servizi di telemedicina per usi civili e militari
L'Italia ricopre un ruolo di leadership nelle scienze della vita o red biotech, con una specializzazione nel farmaceutico, collocandosi al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia, per numero di addetti, e al quinto al mondo in una classifica dominata da Stati Uniti e Giappone. La Lombardia con le sue 78 imprese rappresenta senza dubbio il principale distretto biotech italiano nato come antidoto alla crisi delle multinazionali farmaceutiche che avevano abbandonato la Lombardia negli anni novanta. In questo distretto lavorano più di 11mila addetti, di cui 3.400 dedicati alla ricerca sviluppo. Al Nerviano medical sceinces opera la Dialectica, spin off dal Dipartimento di scienze farmacologiche dell'Università di Milano, che realizza sistemi per testare i composti farmacologici, con notevoli riduzioni di tempi e di costi, per il trattamento di patologie come il morbo di Alzheimer. Fra i principali attori del cluster lombardo c'è la Fondazione San Raffaele, con oltre 300 ricercatori: 80 brevetti, oltre 250 contratti di ricerca, 80 milioni di euro investiti l'anno in ricerca e sviluppo. Il San Raffaele rappresenta un modello anche per la capacità di coniugare un'impostazione orientata alla ricerca con una prospettiva di mercato. E proprio per promuovere questa collaborazione, la Fondazione San Raffaele si è dotata di una società privata, il Science park Raf, che fa da interfaccia tra la fondazione, la business community delle scienze della vita, gli investitori e la comunità dei ricercatori. Dal parco scientifico sono avviate numerose start up come la MolMed, quotata in Borsa, la Telbios, specializzata in servizi di telemedicina, usati nel settore civile e in quello militare, dal Kosovo all'Albania, dall'Iraq all'Afghanistan. Sempre a Milano ha sede lo Ieo, Istituto europeo di oncologia, modello di "comprehensive cancer center" che comprende al suo interno laboratori di ricerca e strutture necessarie alla diagnosi e alla cura dei tumori: fatturato 2008 pari a 252 milioni di euro, 12.420 interventi chirurgici oncologici, oltre 18 mila ricoveri, 1.425 addetti, di cui 500 medici, oltre 28 milioni di euro investiti in ricerca. Lo Ieo è un ente privato, ma senza fini di lucro e fin dalla sua nascita, nel 1994, non distribuisce dividendi, reinvestendo tutti gli utili. Con il maggior numero di casi trattati al mondo e un tasso di guaribilità prossimo al 90%, l'Istituto è considerato il tempio della chirurgia conservativa per il tumore alla mammella, un approccio che ha rivoluzionato la chirurgia a livello internazionale.
